Il testo che segue è un "reperto archeologico", visto che è la versione integrale di un post che avevo scritto nel 2006 (!!!) su Cookaround e poi rielaborato (...diciamo"scarnificato";) quando ho lasciato quel forum, ma data la faticaccia che mi era costata fare (...e fotografare ...e descrivere) il "pistoccu" mi sembra giusto trovare un po' di spazio anche sul mio blog a questa versione ogliastrina del "pane carasau" ...
Pane carasau fatto nel forno di casa = mission impossible?
Vi dimostrerò il contrario! ...o meglio, come per la pizza, il pane carasau (o “pistoccu”) fatto nel forno elettrico è ...un parente più o meno lontano dell’originale fatto nel forno a legna, però se ci si vuole togliere lo sfizio di provare a farlo… premetto che mi azzardo a farlo solo ora che mi sono comprata la piastra refrattaria e che per il riscaldamento di questa e del forno mi sono attenuta ai suggerimenti presenti nella discussione sulla pizza napoletana.
Vi dimostrerò il contrario! ...o meglio, come per la pizza, il pane carasau (o “pistoccu”) fatto nel forno elettrico è ...un parente più o meno lontano dell’originale fatto nel forno a legna, però se ci si vuole togliere lo sfizio di provare a farlo… premetto che mi azzardo a farlo solo ora che mi sono comprata la piastra refrattaria e che per il riscaldamento di questa e del forno mi sono attenuta ai suggerimenti presenti nella discussione sulla pizza napoletana.
Ingredienti:
1 kg di semola rimacinata (in realtà si dovrebbe usare una miscela di
semola e semolato in percentuali che non conosco, nei mulini sardi basta andare al mulino, chiedere della "farina per pane carasau" e te la preparano, ma in alternativa va bene anche la sola semola rimacinata)
altri 200/300 gr della stessa farina per lavorare le sfoglie
1
gr/ 1,5 gr di lievito di birra
20 gr di sale
500/600 gr d’acqua
Procedimento (foto): mettere la farina in una
grande ciotola, unire il lievito sciolto in poca acqua, versare a poco a poco
l’acqua tiepida, impastare gli ingredienti come per una pizza, unire il sale (la
mia “maestra” il sale lo scioglie nell’acqua che usa per impastare, lei va ad
occhio e poi assaggia l’acqua, ma siccome io mi fido più della bilancia che
delle mie papille gustative il sale lo peso e lo metto tutto in una volta).
Trasferire la massa sulla spianatoia e lavorarla sino ad ottenere un impasto
liscio (non si deve più sentire la “sabbia”) ed elastico… (20 minuti – ½ ora).
Formare un cilindro con l’impasto, tagliarlo in pezzi (io ne ho fatto 8 ma
possono essere di più o di meno a seconda di quanto si vogliono fare grandi e
spessi i dischi… l’importante è che i pezzi siano il più possibile uguali),
ricavarne delle pagnotte e metterle in un contenitore al caldo coprendole per
evitare che la pasta si secchi in superficie.
SENZA FARLE LIEVITARE (è
importante: non devono esserci bollicine sennò le sfoglie non risulteranno lisce
e omogenee come devono essere) riprendere le pagnotte una ad una e lavorandole
col matterello ricavare dei dischi più o meno sottili, ma di spessore uniforme,
e di forma circolare, il più possibile regolare.
SPIEGAZIONE DOVEROSA: il pane
carasau viene fatto più o meno sottile a seconda dell’uso: è più spesso quello
che deve accompagnare portate di carne o che si intende bagnare, più fine quello
che accompagna piatti meno sostanziosi, finissimo quello da “sgranocchiare”.
Ovviamente farlo più sottile richiede più tempo, condizioni di lievitazione e
cottura ottimali e… un’esperienza che in pochi hanno (manco a dirlo io non sono
tra questi), ma il pane carasau più grosso non è da disprezzare, anzi, in
commercio se ne trova di così grosso che ci si rischia di spezzare un dente
eppure… va a ruba! …io (OVVIAMENTE) farò un pane carasau NON TROPPO SOTTILE, più
facile da lavorare e con maggiori garanzie di riuscita…
Disporre i dischi via
via che si ottengono tra strati di strofinacci di cotone ben infarinati
(infarinare anche il lato superiore del disco prima di coprire), avvolgere il
tutto prima con un panno di lana (o una coperta), poi con un telo di plastica (o
infilare il tutto in una busta di plastica molto grande) e lasciar lievitare per
1 o 2 ore (dipende dalla stagione o comunque dalla temperatura della stanza).
Nel maneggiare i dischi di pasta, in tutte le fasi, evitare di tirare la pasta o
deformarla con le dita, per spostarli dalla spianatoia al telo, o poi dal telo
alla pala (o qualsiasi cosa di arrangiato si usi per infornare) rovesciarli
prima sul dorso di una mano e poi farci scivolare sotto il dorso dell’altra
mano… non so come spiegarlo…
Intanto scaldare il forno e la lastra refrattaria
alla temperatura massima (io l’ho fatto scaldare per 45 minuti con la lastra in
alto, poi ho acceso il grill e dopo una decina di minuti ho spostato la lastra
nel penultimo ripiano perché le sfoglie avessero lo spazio sufficiente per
gonfiarsi senza toccare la resistenza superiore), quindi infornare i dischi uno
alla volta e sperare che si gonfino come palloni! (...scusate la semola bruciata
sulla piastra ...ma non volevo dover cambiare il mio nickname in "Muzio"...aspetterò
che il forno si freddi per le pulizie...)
Se questo succede vuol dire che siete
stati bravi e che avete ottenuto una lievitazione perfetta e allora, orgogliosi,
appena la sfoglia si è gonfiata toglietela dal forno e (attenti agli sbuffi
roventi di vapore) mentre il “pallone” è ancora caldo spaccatelo in due con un
coltello (un po’ come fareste con un panino per imbottirlo), sovrapponete le due
sfoglie ottenute su un vassoio, con la parte ruvida verso l’alto, coprite con un
telo, poi mettete sopra un altro vassoio e dei pesi per schiacciarle.
Infornate
gli altri dischi di pasta e procedete nello stesso modo.
Lasciate che le sfoglie
messe sotto i pesi si freddino (resteranno comunque morbide), poi infilatele una
alla volta sotto il grill (ormai la lastra refrattaria non serve più) e
biscottatele facendole dorare a piacimento. Avete fatto il pane carasau! Bravi!
…se invece (come è capitato a me) la lievitazione non sarà stata perfetta, le sfoglie
una volta messe in forno non si gonfieranno come dovrebbero… bhe, voi non
scoraggiatevi… potete ancora ottenere un pane carasau “presentabile”… magari non
in una tavolata di sardi abituati al pane fatto in casa da generazioni, ma a dei
“continentali” di sicuro!
..allora… fate attenzione… siete davanti al forno e
guardate la sfoglia cuocere.. cominciano a formarsi delle bolle sulla superficie
che diventano sempre più grosse… che si uniscono tra di loro e si sollevano e
poi …BASTA… ecco, APPENA vedete che la sfoglia non si gonfia più (…maledicetela
col pensiero e) toglietela subito dal forno.
Mentre è calda, con l’aiuto del
coltello tagliate i bordi nei punti in cui la sfoglia si è gonfiata e …tirate le
due sfoglie per separarle. È più complicato, ma non è impossibile, a patto che
non si sia lasciata troppo in forno o che non la si lasci freddare. Impilate le
sfoglie e una volta fredde biscottatele come spiegato sopra… facendo finta di
niente!
...sono sfinita ...ma non so se mi ha stancato di più FARE il pane o
RACCONTARLO...
0 solutori più che abili hanno detto::
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